“Il Restauro del Libro Antico”

Sispi al convegno su “conservazione, materiali, tecniche antiche e moderne a confronto”

Il 4 aprile scorso, l’Istituto Europeo – Mediterraneo di Scienza e Tecnologia, I.E.ME.S.T. è stato sede di un interessante convegno sul restauro del libro antico, in occasione del quale diversi professionisti del settore hanno raccontato e messo a confronto le proprie esperienze.

Matteo Cuttitta, maestro d’arte – restauratore, dedicato alle tecniche di restauro della carta, ha trattato il tema della conservazione dei manoscritti ed Agostina Passantino, bibliotecaria, ha condiviso preziosissime immagini di alcuni manoscritti custoditi all’interno della Biblioteca Francescana in cui lavora.

Tra i relatori anche Giuseppe Macaluso che, quale capo progetto della Teca Digitale Sispi, ha puntato l’attenzione sull’importanza dell’attività digitale e di questo ambizioso progetto avviato dalla Società.

Il progetto “Teca Digitale”- https://librarsi.comune.palermo.it/it/teca – nato, quasi per caso, tra il 2013 e il 2015, grazie ad uno spunto ricevuto da uno studioso arabo recatosi a Palazzo Marchesi per approfondire lo studio di un raro manoscritto antico custodito al suo interno, vuole realizzare l’obiettivo di preservare documenti preziosi dalle possibili usure rendendoli accessibili a tutti e, grazie al web, ovunque.

Fortemente voluto dall’allora Direttore della Biblioteca Comunale, Filippo Guttuso, il progetto dal suo incipit è stato condotto sotto la guida tecnica di Giuseppe Macaluso consentendo al patrimonio della sezione “Manoscritti e rari” del Comune di Palermo l’avvio di una nuova fase di seconda vita: il testo consultato dallo studioso in missione, come le ormai 949 digitalizzazioni di altri preziosi testi appartenenti al patrimonio siciliano, non più chiuse tra le mura di un palazzo storico, ma accessibili alla consultazione di studiosi e appassionati di tutto il mondo e oggetto di indicizzazione tramite metadati che rispettano gli standard internazionali.

«Per ottenere il miglior risultato – ha spiegato Macaluso – si deve tener conto di fattori e requisiti imprescindibili, quali, ad esempio, l’attenzione e la cura durante il processo di scansione affinché non si comprometta il manoscritto, come la preservazione degli oggetti digitali. Per far ciò, è necessario avvalersi di macchinari tecnologici all’avanguardia sui quali Sispi ha deciso di investire: è il caso dello scanner planetario che consente di digitalizzare un manoscritto di 300 pagine – attività prima stimata in 3 giorni circa – in appena 2 ore, realizzando un ottimo risultato anche a libro non completamente aperto (120°di apertura).

Un percorso virtuoso e appassionante quello condotto da Sispi, nel segno dell’innovazione al servizio della memoria storica.